Oncocercosi, la cecità dei fiumi

Questa malattia tropicale colpisce 18 milioni di persone nel mondo. È la seconda causa di cecità sul pianeta con 270 mila persone cieche e altre 500 mila persone che soffrono di gravi problemi visivi. Anche se è sempre stata considerata una tipica malattia africana, dal 1991 è stato lanciato il Programma per l'eliminazione dell'oncocercosi nelle Americhe (OEPA) con lo scopo di sradicare questa malattia che danneggia la vita di più della metà milioni di persone nel continente.

L'oncocercosi è prodotta da un verme chiamato Onchocerca volvulus che danneggia la pelle e può causare gravi danni agli occhi fino a quando le persone sono cieche. Il verme viene trasmesso attraverso il morso di insetti comunemente noti come moscerini, mosche nere o acetosa e che vivono nei torrenti.

 

Dall'eruzione alla cecità

Una volta che il verme o le larve infettive vengono inoculate nella pelle, si verificano prurito, eruzioni cutanee e gonfiore. Quando raggiungono l'età adulta, i vermi causano una reazione nel paziente con cui finiscono incapsulati in tessuto fibroso dove rimangono e si riproducono esportando microfilarie (minuscole vermi) a tutto il corpo.

Nel corso del tempo, la persona infetta ha così tanti piccoli vermi all'interno che le manifestazioni sulla loro pelle diventano gravi e gravi, anche se la cosa peggiore è la diminuzione della vista.

 

Scopri l'oncocercosi per combatterlo

L'OEPA sottolinea che quando si sospetta che ci sia oncocercosi in una comunità, vengono eseguite diverse procedure per confermare o eliminare i dubbi. Uno di questi è il cosiddetto Rapid Epidemiological Evaluation (EER), che consiste nell'eseguire biopsie su un gruppo di persone nella popolazione.

Dal 1987, la società Merck Sharp & Dohme produce Mectizan®, distribuendo gratuitamente un farmaco contenente ivermectina che uccide le microfilarie per un periodo di 6 mesi, ma non colpisce i vermi adulti che sono protetti all'interno delle loro capsule.

Per questo motivo, la medicina deve essere somministrata ogni sei mesi per 12 o 15 anni, tempo in cui si stima che tutti i vermi adulti siano scomparsi, e con essi, la possibilità di perdere la vista, uno degli organi più apprezzati.


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